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L’enzima naturale usato in America per curare l’endometriosi

    L’enzima naturale usato in America per curare l’endometriosi

    La nattochinasi è un enzima (una serin proteasi, per essere più precisi) che si trova naturalmente nel natto, un cibo giapponese simile al formaggio che si ottiene dai semi di soia fatti fermentare dal batterio Bacillus subtilis. Nel corpo si comporta in modo molto simile alla plasmina; infatti, è in grado di degradare la fibrina, una proteina fondamentale per la coagulazione sanguigna ma anche responsabile della formazione di trombi, che possono portare ad infarti e ictus.

    Per queste ragioni, il natto viene diffusamente consumato durante i pasti giapponesi (spesso insieme al miso ed altri prodotti tipici) perché considerato fondamentale per una buona salute cardiovascolare.

    Ma cosa c’entra esattamente un enzima che aiuta a prevenire la trombosi con l’endometriosi? La risposta sta nella composizione del tessuto endometriosico. Infatti, queste cellule sanguinano durante il ciclo mestruale e questo comporta l’attivazione della cascata coagulativa all’interno del corpo, portando alla formazione di coaguli, cicatrizzazioni e aderenze fra queste cellule e i tessuti o gli organi circostanti. L’assunzione di sostanze fibrinolitiche come la nattochinasi potrebbero dunque andare ad agire su coaguli e aderenze “degradandoli”.

    Negli ultimi mesi, quest’uso alternativo e assolutamente sperimentale  ha cominciato a diffondersi negli Stati Uniti, dove l’enzima viene venduto associato a potenti antiossidanti quali l’astaxantina e il licopene nell’integratore Endovan con sorprendenti risultati: donne affette da endometriosi con infiltrazioni serie e dolori cronici hanno abbandonato le cure ormonali e l’hanno celebrato come “salvavita” perché ha portato ad un ridimensionamento dei focolai, permettendo loro di evitare di sottoporsi ad ulteriori interventi.

    Inoltre, la nattochinasi ha anche altri impieghi, primo fra tutti la sua enorme capacità di contrastare l’osteoporosi grazie alla presenza del batterio Bacillus subtilis. Esso produce (come tanti altri batteri presenti anche e soprattutto nella nostra flora intestinale) vitamina K che, oltre ad avere una capacità antiemorragica, favorisce il deposito di calcio nelle ossa.

    Un enzima magico contro molte malattie

    Inoltre, questo enzima sembra possa aiutare a contrastare malattie neuro-degenerative quali l’Alzheimer. La ricerca scientifica, infatti, ha da lungo tempo messo in luce una correlazione diretta fra alterazioni della degradazione del fibrinogeno (da cui deriva la fibrina) e aumento della gravità della malattia. Come riporta questo articolo pubblicato nella rivista scientifica Neurobiology Of Ageing, i livelli di fibrina e fibrinogeno presenti all’interno del cervello di pazienti affetti da questa patologia sono proporzionali al livello di neuro-degenerazione delle strutture nervose.

    Non solo: il fibrinogeno e altri enzimi implicati nella cascata coagulativa sembrano essere fattori chiave nello sviluppo di molte altre malattie infiammatorie. In particolare, il fibrinogeno sembra giocare un ruolo pro-infiammatore in patologie quali la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide, la colite, la distrofia muscolare di Duchenne e diversi tipi di cancro (a tal proposito, queste informazioni sono ampiamente trattate in questa ricerca), oltre che, naturalmente, l’endometriosi, la cui componente infiammatoria è alla base del dolore cronico insopportabile a cui questa può condurre.

    Nonostante sia chiaro che la ricerca debba fare ancora molta strada, è altrettanto evidente come agire sull’inibizione dei fattori di coagulazione sia una direzione da non sottovalutare nella ricerca legata a malattie infiammatorie croniche in cui troviamo alterate concentrazioni di fibrinogeno.

    Domanda finale: la nattochinasi viene smerciata in Italia? La risposta è nì, nel senso che, nonostante si possano trovare integratori online, il suo utilizzo a scopo terapeutico è quasi ampiamente sconosciuto, nonostante ci si stia già muovendo in questo senso oltreoceano.

    Attenzione: nonostante il natto sia un cibo regolamente consumato dai giapponesi, l’effetto di fibrinolisi non è affatto da prendere alla leggera, anzi. Se si soffre di malattie legate alla coagulazione sanguigna o all’aggregazione piastrinica, se si assumono medicinali quali il warfarin, l’aspirina, l’ibuprofene o qualunque altro medicinale che inteferisca con il normale processo coagulativo, l’assunzione di nattochinasi è fortemente sconsigliata perché si potrebbero anche rischiare emorragie. Inoltre, è da evitare nelle donne in stato o in cerca di gravidanza in quanto le serin proteasi giocano un ruolo fondamentale nella fecondazione.

    I contenuti presenti su questo articolo hanno carattere informativo e non si sostituiscono in nessun modo a valutazioni di medici, dietisti o nutrizionisti specializzati o a terapie in atto. Ricordate sempre prima di assumere medicinali o prodotti di consultare un medico e di leggere sempre il foglio illustrativo. Nel rispetto del Codice di Condotta prescritto dal D.L. 70 del 9/4/2003, le informazioni inserite in questo articolo devono considerarsi di tipo culturale ed informativo.

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